Bernardo Provenzano |
A sette anni dall’arresto del boss corleonese e a pochi giorni dall’inizio
del processo sulla presunta trattativa, le denunce sulle omissioni nelle
indagini per prendere Binnu iniziano a moltiplicarsi. Dopo la denuncia del
maresciallo Saverio Masi, un altro militare racconta gli ostacoli trovati
durante la caccia al capo di Cosa Nostra
Avevano braccato Bernardo Provenzano già agli inizi degli
anni duemila. Ma le loro segnalazionisarebbero finite sempre
nel vuoto, ignorate, depistate e dimenticate
nei cassetti: il ragioniere diCosa Nostra, l’uomo che per i
magistrati della procura di Palermo è il garante del patto Stato – mafia, non
doveva essere arrestato. E così è stato fino all’11 aprile del 2006, quando
Binnu ‘u tratturi viene ammanettato a favore di telecamera tra i pizzini e la
cicoria di Montagna dei Cavalli, in un casolare nei pressi di Corleone. Una
latitanza lunga 41 anni e garantita – secondo la stessa procura palermitana –
soprattutto da alcune coperture istituzionali.